Mini Tutorial

Come realizzare un time-lapse di un’eclissi di luna, con strumenti low-cost

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Impariamo come realizzare un time-lapse di un’eclissi di luna, con strumenti low-cost.

La passione per l’astrofotografia

Che sia per poche ore o una notte intera, osservare un cielo sereno e ricco di stelle, meglio se lontano dal crescente inquinamento luminoso, è fin dalla tenera età il mio gioco preferito.
Se poi si ha la possibilità di assistere ad uno spettacolo raro, e magari raccoglierne una testimonianza fotografica, allora il gioco diventa impagabile.

Una tale occasione si è presentata lo scorso 15 giugno, con l’eclissi luna più lunga e profonda degli ultimi anni.

L’eclissi di luna

Un eclissi di luna si verifica quando il nostro satellite attraversa o sfiora il cono d’ombra proiettato della Terra, il quale si estende nello spazio per oltre un milione di chilometri in direzione opposta al Sole. Durante il suo tragitto all’interno dell’ombra, la luna (sempre piena durante le eclissi lunari) subisce un calo della sua luminosità, un cambiamento della sua colorazione verso il rosso e nei casi di totalità la sua luminosità si attenua al punto che essa sparisce letteralmente dal cielo notturno.

La strumentazione disponibile

In una tale occasione non potevo correre il rischio di limitarmi ad una semplice foto ricordo. Volevo di più: un video, un time lapse.

Certo la mia strumentazione non è delle più adatte a questo tipo di riprese. Posseggo una comune fotocamera digitale compatta, una Nikon Coolpix 5600, il mio telescopio e la montatura equatoriale, indispensabile per inseguire il movimento apparente degli astri.

Inevitabilmente quindi, ho dovuto fare di necessità virtù ed inventarmi il modo di piegare i limiti degli strumenti ai miei bisogni, consolandomi al pensiero che le difficoltà tecniche avrebbero reso più piacevole il risultato.

Il metodo di lavoro

Dovevo semplicemente mantenere la luna al centro del campo inquadrato mentre cambiava aspetto.

Proprio i limiti tecnici mi hanno spinto a scegliere un intervallo tra le riprese di 60”.

La maggior parte dagli astrofili nelle occasioni precedenti ha ottenuto splendidi risultati con pose intervallate da soli 20”. Decisamente troppo pochi per un lavoro che avrebbe richiesto 180 scatti in manuale ogni ora. Avrei finito per commettere qualche errore soprattutto perché, per evitare il mosso, avrei dovuto impostare l’autoscatto ogni volta. Un lavoro sincopato, lunghissimo e in ultima analisi, impossibile.

Non potendo in alcun modo separare l’obiettivo dal corpo macchina, ho montato la fotocamera al telescopio seguendo la tecnica della proiezione afocale, semplicemente allineandola all’oculare. Avrei inquadrato così, l’immagine che l’occhio vede quando si osserva al telescopio.
Non era il massimo ma era quanto di meglio potessi fare.

Come ultimo accorgimento, volevo essere certo che le batterie della fotocamera reggessero un lavoro così lungo. Giorni prima, quindi, me ne sono andato su una collina sovrastante il mare attraversato dai traghetti che collegano l’isola alla Sardegna.

In teoria un time lapse è di semplice realizzazione ed era ora di fare un po’ di pratica. Certo che gli strumenti non avrebbero riservato sorprese, ho testato me stesso.

Per circa venti minuti, con l’aiuto di un cavalletto comprato anni fa alle bancarelle estive, ho ripreso il vai e vieni delle navi scattando una foto ogni 20” e, a casa, ho montato tutto con un programma astronomico, Registax 4.

Ecco il risultato:

Le batterie avevano retto per 60 scatti e io ero in grado di realizzare semplici time lapse.

La ripresa dell’evento, e il setup degli strumenti

La sera del 15, giunto in postazione, tiro fuori dal bagagliaio dell’auto la mia montatura, il telescopio e la macchina fotografica con relativo supporto adatto a questo tipo di riprese e punto la luna, oscurata già per metà, mentre il cielo era ancora chiaro.

La montatura compie il suo lavoro alimentata della presa accendisigari dell’auto. Comincio a scattare con movimenti che diventano sempre più automatici, impostando la modalità autoscatto. Il suono preregistrato di un specchietto che si ribalta mi fa capire che la foto è avvenuta… e che avrei bisogno di una DSLR vera!

Accanto a questa ho installato un’altra postazione con cui ho realizzato una “strisciata” composta da una luna sempre più scura e rossa e poi sempre più chiara (una foto ogni 5’). Risultato non entusiasmante, a dire il vero, a causa di errori di esposizione. Ma non volevo perdermi nulla di quella sera e ho tentato anche quella strada.

Registrax 4, e l’allineamento degli scatti

In circa tre ore ottengo 168 scatti, che nei giorni a seguire monto in un video con il software Registax4, che mi aiuta anche ad allinearli poiché, al contrario del video dei traghetti, questa volta il mio supporto era mobile poiché inseguiva la luna nel suo moto apparente nel cielo.

Inseguimento impreciso però, dovuto al fatto che il corretto stazionamento di una montatura equatoriale si ottiene osservando la Stella Polare, cosa impossibile da fare al momento dell’inizio delle ripresa a causa del cielo ancora troppo chiaro.
Ho poi aggiunto informazioni scritte e sottofondo musicale.

Conclusioni

Sebbene risultino evidenti i limiti tecnici, il lavoro è valso nel complesso a rappresentare il fenomeno. Sono riuscito soprattutto a dimostrare che, prima di procedere all’acquisto di strumenti più adatti, ci si può fare le ossa con ciò che già si possiede. Con tecniche di grande impatto visivo come questa infatti, il limite maggiore resta la fantasia.

 

di Giuseppe Ruggiero

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