Che cos’è e come si crea uno star-trail? Cosa serve per farne uno? Un tutorial in italiano dettagliato che vi aiuterà ad imparare a realizzare uno star-trail!
Cos’è uno Star-trail?
Con il termine Star trails si definisce una fotografia nella quale è stata catturata la traccia che le stelle percorrono sulla volta celeste.
Per azione della rotazione terrestre vediamo le stelle ruotare attorno alla stella polare che, essendo allineata con l’asse terrestre, appare come l’unica stella immobile nel cielo notturno.
Riprendendo questo moto otteniamo uno scatto in cui le stelle non sono più puntiformi ma bensì scie che descrivono con un arco di cerchio il loro percorso nel cielo durante il tempo di esposizione.
In teoria, puntare la nostra reflex verso il cielo e scattare con la posa B per un lungo periodo di tempo è sufficiente per imprimere sul sensore queste tracce. Questo modo di procedere è quello che si utilizza se si scatta con una reflex a pellicola e nessuno vieta di procedere in questo modo anche in digitale. Tuttavia un’ unica esposizione della durata di due ore porta facilmente all’insorgere di un vistoso rumore e soprattutto richiede di scattare in condizioni veramente favorevoli, dove cioè non abbiamo inquinamento luminoso.
Con il digitale possiamo semplificarci il lavoro realizzando una lunga esposizione mediante la somma via software di esposizioni più brevi e quindi più controllabili.
Che cosa serve per fare uno star-trail?
Iniziare a sperimentare questa tecnica è semplice e alla portata di tutti, basta:
- una reflex digitale;
- un treppiede stabile;
- un intervallometro o un cavo per lo scatto a distanza che permetta il blocco del pulsante di scatto;
- un software per l’unione dei singoli scatti, ce ne sono molti ottimi anche gratuiti.
Star-trail: come si fa?
Il primo passo è la scelta del luogo e della composizione. Non limitatevi a fotografare il cielo ma includete nello scatto altri elementi (naturali, paesaggistici, architettonici ecc…) che rendano lo scatto più interessante e offrano una contestualizzazione.
Nello scegliere la composizione calcolate preventivamente il movimento delle stelle individuando la stella polare, tutte le altre stelle le ruoteranno attorno, le stelle più vicine producono una traccia più corta mentre quelle più lontane più lunga.
Otteniamo rotazioni differenti anche usando diverse lunghezze focali, puntando verso diversi punti cardinali e scattando da diverse latitudini.
Posizionate il treppiede, inquadrate e mettete a fuoco. La messa a fuoco al buio può essere complicata, mettete manualmente a fuoco all’infinito e fate degli scatti di prova spostando leggermente la ghiera. Prima di far partire il ciclo di scatti assicuratevi di aver ottenuto la messa a fuoco più precisa possibile.
I settaggi della macchina fotografica sono il primo fattore che determina la riuscita dello scatto e vanno perciò scelti con cura:
- Tempi: scegliete in base alla quantità di inquinamento luminoso presente, ma non scendete sotto i 20 secondi, le stelle devono apparire come piccoli segmenti. Io ho utilizzato 30sec.
- Diaframma: con un diaframma più aperto le stelle appaiono più luminose ma meno nitide. Un diaframma medio è un buon compromesso. Si possono ottenere effetti interessanti variando l’apertura del diaframma durante il ciclo di scatti.
- ISO: la scelta della sensibilità iso è il parametro più importante, contrariamente a quanto si può pensare i risultati migliori si ottengono alzando gli ISO. Con iso 800 ad esempio, la quantità di stelle catturata aumenta notevolmente rispetto ad ISO 100. insieme alle stelle aumenta anche il rumore, ma non preoccupatevi troppo, il software per l’unione degli scatti lo riduce notevolmente.
Il nemico numero uno di questa tecnica e dell’astrofotografia in generale è l’inquinamento luminoso che unito a quello atmosferico conferisce una dominante giallognola al nostro cielo oltre che ridurre drasticamente il numero di stelle visibili.
A generare inquinamento luminoso ci si mette anche la luna, la luce di quest’ultima, quando è piena, illumina notevolmente il cielo. È meglio perciò scattare in assenza di essa.
Accorciare i tempi di scatto e abbassare la sensibilità del sensore si rivela l’unica soluzione, dobbiamo però rassegnarci alle poche stelle molto luminose del cielo.
I risultati possono essere comunque buoni, io ho scattato con discreto inquinamento luminoso includendo la luna (quasi piena) nell’inquadratura, si può fare ma attenti al flare.
Arrivati a questo punto non ci resta che scegliere la modalità di scatto continuo e far partire il ciclo di scatti bloccando il pulsante di scatto. Scegliamo con cura il tempo di esposizione totale, i risultati più gradevoli si ottengono dall’una alle due ore di esposizione.
Il bello della tecnica però è proprio la varietà di scatti che si possono ottenere variando la durata dell’esposizione totale o creando delle pause al suo interno.
Eccedere con il numero di scatti ci permette in fase di unione di fonderne il numero che preferiamo e provare diversi effetti.
Come si montano gli scatti di uno star-trail?
Il montaggio degli scatti avviene tramite software. Io personalmente uso Startrails che è gratuito e facile da utilizzare.
Startrails permette di sommare insieme agli scatti della sequenza anche uno o più dark frame.
un dark frame è uno scatto ottenuto nelle stesse condizioni della sequenza di scatti con le stesse impostazioni ma mettendo il tappo al nostro obiettivo, otterremo un fotogramma nero che presenta un rumore simile a quello di ogni scatto della sequenza. Il software sottrae alla sequenza il dark frame riducendo il rumore. Il rumore, come già è stato accennato, viene comunque già ridotto in fase di unione.
Fotoritocco
Una volta ottenuto il nostro scatto unito, possiamo rendere più gradevole il nostro cielo correggendo la dominante calda che l’inquinamento luminoso introduce se non scattiamo in condizioni di buio eccellenti.
Aumentando il contrasto e schiarendo le alte luci possiamo evidenziare le stelle più deboli.
Time Lapse di uno star-trail
Sulla base degli scatti ottenuti per la sequenza sarà semplice montare un video time lapse che ritragga il percorso delle stelle nel cielo in maniera dinamica. Lo stesso software, Startrails, consente di montare gli stessi scatti in un video.
Mi permetto di estendere questo ottimo tutorial, integrando un esempio di time-lapse video di Michael Battcock con le star-trails (chiamato anche star-lapse), e uno di Olivier Martel, così da avere chiaro in mente di cosa stiamo parlando – Marco Famà
Le mie fonti in materia derivano da vari articoli che ho letto sul web, da poca esperienza sul campo e soprattutto dai molti consigli della community di Playerdue Lighting
Non mi resta che augurarvi buoni scatti!
Luca